Archivio Categoria: Senza Rumore

Questo blog è un manifesto che dedichiamo all’esperienza maturata (per davvero) cliente dopo cliente in Digital Followers. Scopri le nostre case history.

Cerchiamo aziende serie (con le quali fare marketing davvero)

Tempo di lettura: 4 minuti

Dal 1988, forniamo supporto le imprese italiane per dare visibilità ai loro servizi e prodotti. Non garantiamo 400 nuovi clienti paganti al mese a tutti perché semplicemente non è possibile.

Non abbiamo un metodo da urlare perché ogni azienda ha le sue caratteristiche, necessità e bisogni.

Non ti vogliamo vendere nulla, nessun workshop, nessun seminario, nulla. Lasciamo agli altri urlare “la nascita di macchine digitali in grado di aumentare i tuoi clienti in modo prevedibile e veloce, differenziarti dalla concorrenza e acquisire il vantaggio competitivo”.

Perché facciamo questo? Perché sappiamo come funziona. Ne abbiamo viste di tutti i colori. Ogni Cliente per noi è una storia da scrivere, perché, come nella vita, siamo tutti diversi. Se veramente esistessero macchine digitali non saremmo già tutti ricchi? Perché allora chi lo scrive ha bisogno di vendere qualcosa?

L’imprenditore italiano è geniale. Il made in italy è ancora l’unica cosa che ci resta. Ho conosciuto titolari di azienda brillantissimi, persone vere, dirette, sincere. Persone che non ci sono più perché il primo giorno di cassa integrazione della loro azienda sono scomparse, gente vera, attaccata alla loro idea imprenditoriale, legata ai loro collaboratori, alla loro famiglia.

Imprenditori che dal nulla hanno creato barbecue con caratteristiche uniche, che lavorano il marmo come fosse il loro figlio, che scrivono manuali complessi per aiutare le persone a trovare un lavoro.

Tante tantissime persone, io e il mio team, abbiamo visto e con loro abbiamo fatto marketing serio, vero. Cercando di prendere le loro idee di portarle al loro pubblico. Perché questo è il nostro lavoro. Perché ognuno, da sempre, deve fare il proprio lavoro.

È vero che il digitale è un modello di scalabilità e di crescita veloce, economico e prevedibile. Forse l’unica cosa sulla quale sono d’accordo ma servono competenze per farlo funzionare. Nel nostro team ci sono persone che si occupano solo di scrivere testi, persone che si occupano solo di gestire le immagini, persone che si occupano solo di creare e gestire campagne pubblicitarie e potrei elencarne altre. Perché? Perché anche tu, nella tua azienda, avrai persone che si occupano dell’amministrazione, del personale, della struttura tecnica, delle vendite. Ad ognuno il suo lavoro.

Gli altri scrivono che serve il minimo sforzo operativo per avere un marketing online funzionante, e perché mai? Perché le attività che dovrebbero dare visibilità ai prodotti o servizi che hai sognato e realizzato (o che stai sognando e realizzerai) devono funzionare con il minimo sforzo? Qual è quella cosa che in un’azienda funziona alla grande con il minimo sforzo? Forse la macchinetta del caffé, sperando che il caffè sia buono.

E poi scrivono che c’è “un semplice flusso da imparare che ha funzionato per centinaia di imprenditori”. Centinaia di imprenditori tutti uguali? Tutti che vendono lo stesso prodotto o servizio? Ma se il marketing di oggi si basa sulla necessità di differenziarsi dalla concorrenza bisogna davvero lavorare su qualcosa di uguale per tutti? mmm anche qui qualcosa non mi torna.

E poi ecco che arrivano i casi studio: “Con 3000 euro di budget pubblicitario, 400.000 persone hanno visto l’annuncio e 6500 hanno cliccato. Numeri che non dicono nulla. Primo perché un’impresa si basa sul valore di quello che riesce a distribuire e sul fatturato che riesce ad incassare. E qui non trattiamo nessuno dei due. Secondo perché non stiamo parlando di concretezza ma solo per far fare wow. Qualsiasi annuncio pubblicitario crea visualizzazioni e clic ma bisogna sempre capire qual è l’obiettivo, come è stata fatta la campagna pubblicitaria, se veramente sono dati da considerare buoni, dati per cui vantarsi. Anche il nostro responsabile delle campagne pubblicitarie avrebbe numeri grossi da dare e da farmi scrivere ma che senso ha se non sono contestualizzati? Zero valore.

Gli altri si definiscono Enfant Prodige del marketing online, noi siamo persone che da oltre 30 anni “abitiamo” il mercato della comunicazione e abbiamo visto il passato, osserviamo il presente e abbracciamo il futuro. L’esperienza ha un valore, secondo noi, importantissimo.

Scrivono che con poche persone negli ultimi 4 anni hanno portato più clienti e più fatturato a 170 aziende in 80 settori differenti. Il fatturato prima di tutto lo genera l’azienda con quello che vende, il marketing ha il compito di avvicinare l’azienda al consumatore finale, non di fatturare. Noi negli ultimi 4 anni abbiamo lavorato con una ventina di aziende. Perché così poche? Perché ogni progetto è costruito ad hoc e nessuno è uguale ad un altro. Perché il cliente resta e con lui proseguiamo il progetto, non siamo un jukebox che ha sempre bisogno di monetine nuove. Finite le monetine, finita la musica.

Se sei arrivato a leggere fino a qui significa che hai compreso che cerchiamo aziende come la tua, aziende serie con il bisogno di fare marketing serio e professionale. Abbiamo voglia di mettere le nostre competenze al servizio di chi ha un cuore e idee imprenditoriali. Di chi ha bisogno di dare visibilità ai proprio prodotti o servizi, a chi crede che ognuno debba fare il proprio lavoro.

Ah quasi dimenticavo, noi non diciamo parolacce, gli altri sì. Perché? Primo perché abbiamo una certa educazione, secondo perché abbiamo rispetto degli altri.

Come abbiamo realizzato il sito di un ristorante che non esiste (ed è una navicella spazio-temporale)

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CyberPanther è una start up nel mondo della ristorazione. Nata dall’idea di due giovani imprenditori, Silvia e Paolo, questa catena alberghiera sorgerà lungo la storica Via Francigena, in Lunigiana, sul Mar Tirreno.

Silvia e Paolo hanno un progetto ambizioso, e per renderlo realtà hanno bisogno di investitori interessati a contribuire al progetto. Ecco perché ci hanno chiesto di realizzare il sito del CyberPanther anche se il ristorante ancora non esiste, proprio per avere una freccia in più al loro arco per convincere gli investitori che si tratta di un progetto ambizioso ma coi piedi per terra.

E come si racconta qualcosa che non c’è? Come comunicare a livello di marketing un locale dove si mangia, si beve, si vivono eventi, se tutto questo ancora non esiste? Beh, si parte dai sogni e dalle idee, nonché da un Business Plan di tutto rispetto.

Quando un progetto è solo in potenza, non ancora reale, è fondamentale possedere una delle soft skills più preziose che ci ha insegnato la pandemia: l’intelligenza emotiva. Solo entrando in profonda empatia col cliente, sarà possibile capire davvero il cuore del suo progetto, l’anima del brand che intende creare, e concretizzarla nel look&feel del sito web che ti è stato commissionato.

Appassionata come sono, da sempre, di fantascienza, cyberpunk, spade laser, fumetti e altre meraviglie nerd, ammetto che per me è stato un ingresso facile, divertente e al contempo assolutamente nuovo in ambito lavorativo. Con Silvia e Paolo è scattata subito la scintilla, il progetto è scorso liscio e senza intoppi: con il solo Business Plan in mano e una call, via, ci siamo messi all’opera.

Gli step sono quelli di sempre: struttura del sito, gerarchia dei messaggi da veicolare, call to action, layout, palette colori, font, usabilità, copywriting e foto emozionali. Ma questa volta è un po’ più speciale, perché non è un semplice sito, ma una sorta di portale spazio-tempo che ti scaraventa nel futuro e nelle sue atmosfere di notti illuminate da luci al neon verdi, fucsia, viola e blu. Accanto al design science-fiction, il calore della cucina: street food, piatti italiani, buona birra: è pur sempre un ristorante per famiglie, la cui mission è offrire agli abitanti della zona e ai turisti una meta per rilassarsi, divertirsi e immergersi nelle atmosfere futuristiche ispirate ai migliori film, libri e videogiochi di fantascienza.

Il sogno di Silvia è entrare nelle menti e nei cuori delle persone, in particolare delle giovani famiglie, con bambini che a casa dicano: “Mamma, papà, voglio andare a mangiare sull’astronave!”.

 

È così bello che la mia professione mi porti a incrociare persone ambiziose che vogliono rendere realtà le loro aspirazioni ed ispirazioni.

In bocca al lupo ragazzi per la vostra avventura interstellare, e grazie a Silvia per queste parole:

Sono venuta a conoscenza della Digital Followers grazie alla raccomandazione del mio executive chef.
Temevo fosse il solito contatto tra amici, invece sono rimasta piacevolmente colpita! Ho conosciuto una squadra molto professionale e disponibile, flessibile alle mie richieste e presente per i cambiamenti. Solitamente è complicato comunicare un’idea ad una persona terza che te la deve realizzare. Invece loro sono stati sul pezzo ed il sito che hanno creato è esattamente ciò che volevo.
Complimenti a Stefano, Alessandra e a tutta la loro squadra.
Consigliatissimi.

Silvia Bocchi, titolare CyberPanther

Dopo quanto tempo uno shop online inizia a fare le prime vendite?

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Questa è una domanda bellissima. Una domanda che può avere mille risposte e altrettante contro domande.

La prima grande distinzione da fare è: sei sul mercato da molto tempo o il tuo brand si è appena affacciato alla vendita? Già questa domanda dovrebbe essere uno spartiacque importante e invece pensa che già qui ci potremmo fermare perché anche l’azienda sul mercato da molto tempo, soprattutto se italiana, può non aver mai fatto comunicazione. Può non essere presente online se non con un sito vecchio e quindi può essere alla pari del nuovo brand appena nato. A chi arriva il primo ordine allora?

Secondo step, molto semplice. Hai provato a cercare online quei prodotti che anche tu vendi? Sembra banale anche questa domanda ma molti imprenditori fieri della propria azienda (come è giusto che sia) non fanno nessuna ricerca online perché spesso dicono: “ho il prezzo migliore”, “sono leader del mercato”, “vendo già tantissimo nel punto vendita” e quindi?

Ecco che facendo una ricerca su Google troviamo il tuo stesso prodotto oppure prodotti della sua stessa categoria con prezzi nettamente inferiori oppure senza spese di spedizione o in altre varianti, ecc ecc.

Terzo step. Fatti questa domanda: perché una persona dovrebbe comprare quel prodotto da te invece che da un tuo concorrente? Cosa realmente ti differenzia dagli altri? Cosa offri che gli altri non offrono? “Io curo il mio cliente, faccio una confezione straordinaria, gli arriva tutto intatto”. Gli arriva se te lo ordina! E se non ti fa l’ordine come farà a sapere che il tuo pacchetto è fighissimo?

Mi fermo qui perché mille possono essere le variabili e non è detto che perché hai aperto un e-commerce automaticamente devono arrivare degli ordini. Lo sforzo che hai fatto non è proporzionale agli ordini che riceverai.

Un consiglio: fatti continuamente la domanda del 3° step, ossia “perché una persona dovrebbe comprare quel prodotto da te invece che da altri?” Qui sta la chiave del gioco, quella chiave che ti farà arrivare quegli ordini che oggi non hai e che stai cercando.

Vuoi farti una chiacchierata con me?

Un caffettino te lo posso offrire sia in presenza che virtualmente, scrivimi senza problemi a stefano@digitalfollowers.com

Cosa sono e a cosa servono i Valori del Brand? Ecco alcuni esempi

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I valori del brand sono una parte essenziale per la tua attività, indipendentemente dal fatto che si tratti di un negozio fisico, un e-commerce o un’azienda sul mercato da decenni.

Hai bisogno di clienti che vogliono acquistare da te perché credono nel tuo marchio.

Per fare ciò, occorre individuare e perseguire una serie di valori fondamentali forti che siano ben comunicati ai tuoi dipendenti, partner e clienti.

Le persone vogliono vedere il tuo brand come un’entità completa. Vogliono sapere non solo quello che fai, ma ciò in cui il tuo brand apprezza e in cui crede.

In particolare, vogliono conoscere il tuo cuore della tua azienda. Questo include:

  • Scopo: perché esisti?
  • Visione: quale futuro vuoi contribuire a creare?
  • Missione: come crei quel futuro?
  • Valori: chi sei? Come lavori?

Quali sono i valori del brand giusti per la tua attività?

Di solito i primi valori che vengono in mente sono piuttosto vaghi: ad esempio “qualità” e “affidabilità” sono valori del brand che la maggior parte delle aziende può sostenere.

Considerare un’ampia gamma di valori del brand può aiutarti a focalizzare quali sono i reali valori che ti contraddistinguono sul mercato. Stilare un elenco iniziale di valori è un ottimo modo per fare un brainstorming su ciò che è essenziale per la mission del tuo marchio.

Qui di seguito trovi un elenco con esempi di valori del brand, tuttavia ti suggerisco vivamente di pensare a come rendere queste parole (piuttosto generiche) più caratteristiche della tua attività, che è unica e irripetibile. Se una parola come “affidabilità” ti colpisce, chiediti perché. Assicurati di poter spiegare in che modo il tuo marchio sostiene in modo concreto uno specifico valore che scegli.

Ad esempio, Coca-Cola definisce i valori del suo brand aggiungendo a ciascuno una breve frase che enfatizzi ulteriormente ciò che è importante per loro:

  • Leadership: il coraggio di plasmare un futuro migliore.
  • Collaborazione: sfruttare il genio collettivo.
  • Integrità: sii reale
  • Responsabilità: se deve essere fatto, dipende da me.
  • Passione: Impegnata nel cuore e nella mente.
  • Diversità: inclusiva come i nostri marchi.
  • Qualità: quello che facciamo, lo facciamo bene.

Coerenza tra quello che fai e quello che dici

Abbiamo capito che i valori del brand sono i valori fondamentali in cui la tua azienda crede e che rappresenta nel suo modo di agire e di comunicare.

Tale coerenza tra “fare” e “dire” aumenta il senso di autoefficacia di chi ci lavora dentro e al contempo migliora l’affezionamento al tuo marchio da parte degli acquirenti, che percepiscono una realtà che “fa quello che dice”, trasparente, chiara e fedele ai suoi principi.

Ora, Coca-Cola è un mega big brand, quindi si può permettere di fare grandi affermazioni come “dare forma a un futuro migliore.

Per le piccole imprese, non è necessario fare affermazioni così spinte, anzi può essere controproducente. Cosa fare quindi? Concentrati su ciò che fai veramente.

Pensa al modo in cui migliori la vita dei tuoi clienti, non importa quanto piccoli siano i numeri effettivi che fai. Cosa ti spinge a fornire un servizio di qualità? Cosa ti motiva a fare ciò che fai (soldi esclusi 😉 )?

Come raccontare il proprio lavoro senza usare le parole

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Mostrare il portfolio lavori, per la maggior parte delle aziende, è un punto di forza della propria comunicazione. In molti dei siti su cui mi trovo a operare, infatti, questa sezione non può mancare.

È interessante notare come, negli ultimi 10 anni, sia cambiata l’impostazione di tale delicata e “pulsante” area del sito, in cui si presentano nei loro reali risultati e applicazioni finali i servizi, prodotti o lavorazioni messi a punto dall’azienda per soddisfare le richieste dei propri clienti.

Un portfolio lavoro (o “case history”) comunica questo: siamo affidabili non solo a parole, ma te lo (di)mostriamo nei fatti, perché altri prima di te ci hanno scelti ed ecco come abbiamo risolto quel problema, e quindi di conseguenza come potremo risolvere anche il tuo (qui puoi vedere il portfolio di Digital Followers).

I portfoli a cui ho lavorato sono cambiati via via nel tempo, passando da lunghi testi elaborati con foto dei vari step di lavorazione, dettagli di numeri e statistiche, a pagine via via sempre più alleggerite nei testi a favore delle immagini.

L’accento si è quindi spostato, in questa decade, dalle parole descrittive alle immagini emozionali che mostrano il RISULTATO, favorendo il veloce scroll a cui tutti ci siamo abituati soprattutto in seguito all’utilizzo quotidiano dei social, che proprio sull’infinite scroll basano la loro psicologia attrattiva e compulsiva.

Come esempio (perché mostrare i fatti è sempre meglio che restare nella teoria 😉 ) porto il portfolio sviluppato per uno dei siti da noi realizzati (o meglio “restyling-zzati”) nei mesi trascorsi: si tratta di un caso estremo in cui la lavorazione viene narrata senza alcuna descrizione, e solamente con tante belle immagini di dettagli.

 

Certo, esistono settori e settori, e non per tutti vale questa tendenza: chi offre ad esempio servizi immateriali affronta il tema sotto tutto un altro punto di vista.

Tuttavia, specie per le realtà che offrono prodotti o servizi tangibili, lavorando trasversalmente con aziende che si occupano di attività lontanissime tra loro, posso confermare nel mio piccolo che questa inclinazione è presente in modo sempre più massivo.

Leggere, in generale ma ancora di più sul web, affatica, annoia.

Arriveremo un giorno al punto in cui anche guardare immagini ci stancherà?

Il tuo Sito web: meglio “bello” o “intelligente”?

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Fare il restyling di un sito web non significa solo “rinnovare la grafica”. Certo, l’occhio vuole la sua parte e in comunicazione è importantissimo il look&feel di come ci si presenta al potenziale cliente, ma non esiste solo quello.

Quando mi viene chiesto di rinnovare un sito, prima di pensare alla veste estetica il lavoro si svolge su 3 fronti:

  1. prestazioni tecniche: accurata analisi della situazione attuale riguardo a tempi di caricamento, affidabilità e performance dell’hosting, pagine 404, errori vari del core, ecc, ecc…
  2. prestazioni di usabilità: come è l’esperienza di navigazione dell’utente? Le persone trovano quello che cercano, capiscono i messaggi veicolati, compiono facilmente le azioni che l’azienda desidera essi facciano (es: inviare una richiesta di preventivo, effettuare un acquisto, contattare per maggiori informazioni, scaricare un contenuto, ecc…)?
  3. azioni di pulizia: in base ai due punti precedenti e agli obiettivi odierni dell’azienda, le attuali sezioni del “vecchio” sito sono ancora valide? sono complete? È necessario aggiungere nuovi contenuti? Se sì, quali?

Il sito, come l’azienda, è un organismo vivente che muta nel tempo: al crescere dell’azienda, anche il sito dovrebbe crescere; al mutare dell’azienda (es: nuovi servizi aggiunti o vecchi prodotti dismessi) anche il sito dovrebbe mutare.

L’intervento di restyling ha esattamente l’obiettivo di assicurare all’azienda una vetrina online che la rappresenti per quello che realmente è e offre oggi, con il fine ultimo di parlare al preciso target odierno.

Insomma, potremmo paragonare un restyling ben studiato alle pulizie di primavera o all’arte del decluttering, quell’attività che consiste nel rimuovere dal proprio armadio gli abiti che non indossiamo più perché non ci vanno più bene o perché appartengono a un look del passato che oggi non ci rappresenta più.

Molte agenzie super fike, oggi, ti fanno siti meravigliosi che però, in termini di prestazioni tecniche, fanno acqua da tutte le parti. Altri consulenti si muovono nella direzione diametralmente opposta: grandi contenuti, ma grafica iper carente.

Ma siamo sicuri che bisogna per forza scegliere tra “bello” o “intelligente”? Ti assicuro che puoi avere le entrambe le cose in un sito solo😉

eCommerce: ti conviene davvero aprirlo? I 4 aspetti + 1 da considerare PRIMA di partire

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Abbiamo un e-commerce ma non l’abbiamo mai promosso come si deve. Volevo chiederle a quanto ammonta la spesa per poterci far seguire da voi?

Spesso ci arrivano in agenzia queste domande. Il tutto nasce dal fatto che moltissime aziende sono invogliate a creare siti web ed e-commerce grazie ai bassi costi iniziali. Al giorno d’oggi aprire uno shop online con Shopify, ad esempio, costa veramente poco.

E poi? E poi passano i mesi dove tu inserisci i tuoi prodotti con tanto di foto e descrizioni e nel frattempo paghi il canone mensile di Shopify.

Sorvolo sul fatto di come hai scattato le foto e di come hai scritto i testi, arriviamo al momento dove tutto è ok, finito, prontissimo alla vendita. Cosa succedere ora?

“Beh arriverà qualcuno ad acquistare, aspettiamo”. E via che passano altri mesi.

Un mantra deve essere alla base di ogni iniziativa online: se non promuovi i tuoi prodotti o la tua attività rimarrai sempre il punto vendita nel deserto.

Quali aspetti allora Stefano dobbiamo tenere in considerazione?

1) TARGET

Chi è esattamente e come riusciamo a raggiungerlo? Sei sicuro di saperlo? La prima distinzione grandissima è: maschio o femmina? C’è su Facebook? Su Instagram? Magari su TikTok. Cerca i tuoi prodotti su Google? Tutto questo possiamo saperlo prima.

2) AREA GEOGRAFICA

Iniziamo in un’area geografica piccola per valutare come riusciamo a gestire le prime vendite e spedizioni oppure ci apriamo subito a tutta Italia? Se sei agli inizi restringi l’area di promozione, puoi sempre allargarla quando e come vuoi.

3) LINGUA

Ricordiamo una cosa che sembra banale ma spesso non è così: se lo shop è in italiano non possiamo vendere in tutta Europa.

4) BUDGET

Ricorda che oltre al nostro lavoro di agenzia c’è il budget da dare alla piattaforma (Facebook, Instagram o Google) che ospita e visualizza i tuoi annunci. Quanti soldi servono? Qui le variabili sono tantissime, parliamone.

Ma c’è una cosa che puoi fare da solo e che non ti costa nulla e che addirittura puoi giocartela ancora prima di creare l’ecommerce. Sai qual è?

Se vendi dei prodotti che le persone non trovano solo da te, vai su Google e diventa il tuo cliente cercando quei prodotti online. Che prezzi escono? Riesci a stare sotto a quei valori?

Se la tua risposta dovesse essere: “eh ma che prezzi fanno questi?!?!”, allora dovresti fermarti e ragionare.

Se invece hai un prodotto unico, un marchio esclusivo, un approccio particolare verso la clientela allora possiamo intavolare altre discussioni molto interessanti.

Tante agenzie aprono o lanciano e-commerce per i loro clienti senza un minimo di etica e di professionalità. In Digital Followers abbiamo consigliato a clienti di non aprire o promuovere il proprio shop per non farsi male economicamente. Siamo fatti così.

Come sfruttare il tuo database di contatti email nel settore B2B?

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Quando hai un buon database di contatti a cui inviare comunicazioni, parti già benissimo: non tutte le azienda hanno avuto accortezza, pazienza e lungimiranza di raccogliere nel tempo nominativi e indirizzi email dei loro potenziali clienti.

Lo ha fatto, e bene, un’azienda nostra cliente che offre servizi di gestione aziendale (temporary management, consulenze di direzione, lean thinking e molto altro).

Ci chiede:

abbiamo questi contatti, cosa possiamo farci? Come possiamo far fruttare il lavoro svolto negli anni per raccoglierli?

Con tali dati ci puoi fare un sacco di cose: inviare comunicazioni, promozioni, informazioni, contenuti, tutto quello che può essere utile per acquisire clienti e fare branding.

Proponiamo loro un’attività semplice ed efficace: inviare tramite Mailchimp, famosissima piattaforma per l’email marketing che utilizziamo da anni (siamo Mailchimp Partner, tra l’altro), una serie di email con cui creare una narrazione attorno ai loro servizi aziendali. Questa attività si chiama “Lead Nurturing“, ossia “nutrimento del contatto”.

L’obiettivo è far conoscere a un database “dormiente” da tempo le opportunità di business, risvegliando il loro interesse per il miglioramento della produttività e l’azzeramento degli sprechi attraverso i servizi dell’azienda proponente.

E così, abbiamo progettato una serie di invii di email, per l’esattezza un percorso di 10 email cadenziate nel tempo, studiando un preciso processo automatizzato di invii che, email dopo email, ha via via risvegliato alcuni contatti portandoli a richiedere maggiori informazioni sui servizi di gestione e direzione offerti dal team di specialisti in management aziendale.

Come creare un brand di successo

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Creare un brand di successo è molto più che decidere quale tonalità di blu utilizzare per il logo.

Come suggerisce il termine, la Brand Strategy (strategia di marca) è un piano a lungo termine che interessa tutti gli aspetti della tua attività. Una strategia di marca considera fattori come la domanda dei consumatori, le emozioni e la concorrenza. Probabilmente è ancora più importante del nome della tua azienda.

Se ti senti confuso su ciò che rende davvero di successo un brand, non sei solo. Qui di seguito trovi i 7 punti chiave da seguire per costruire un brand di successo che sarà in circolazione per molto tempo.

1. Scopo

Cos’è lo scopo di un brand? Dovrebbe essere ciò che fa svegliare te e i tuoi dipendenti la mattina, perché si tratta di ciò che ti fa andare avanti per tutto il giorno. Il tuo scopo è la prima vera cosa che ti distingue dai tuoi concorrenti. Averlo bene a mente, è il primo passo per creare e portare avanti un brand di successo.

Esistono due tipi di scopo del brand:

Funzionale: si concentra sul successo a livello finanziario o commerciale. Cioè, per vendere prodotti e ottenere guadagagni;
Intenzionale: questo tipo di scopo ha a che fare con il modo in cui funziona il tuo brand e il perché. In altre parole, le sue grandi ambizioni e il ruolo più importante che svolge all’interno del mercato.

Microsoft, ad esempio, definisce la sua missione come “consentire a ogni persona e organizzazione del pianeta di ottenere di più”.

Lo scopo del tuo brand dovrebbe essere qualcosa che risuona con i tuoi clienti. In altre parole, dovrebbe colpire le loro emozioni.

2. Emozione

I clienti non prendono sempre decisioni di acquisto in base a ciò che è più economico o a ciò che offre un valore migliore. Qualunque prodotto o servizio la tua azienda venda o produca, è altamente probabile che ci siano altre aziende con prodotti simili, ma con più funzionalità o a un costo inferiore.

I clienti sviluppano un affezionamento al brand quando lo sentono in sintonia con i loro valori e le loro convinzioni. Ad esempio un target umile potrà apprezzare un brand che comunica in modo semplice e genuino, trasparente. Lo sentirà affine, “uno di noi”.

I clienti di lunga data possono inoltre sviluppare un attaccamento emotivo al brand quando, ad esempio, si lavora bene nel costruire un’esperienza post-vendita positiva o la sensazione di appartenenza a una comunità.

3. Fedeltà del cliente

La fedeltà dei clienti vale di più per la tua azienda di mille nuove sponsorizzate 😉 Le persone che acquistano costantemente i tuoi prodotti e raccontano ai loro amici la loro esperienza con te agiscono come ambasciatori del tuo brand. Non esiste pubblicità più efficace del passaparola.

Riconoscere i clienti fedeli e gratificarli per questo, ti aiuterà a mantenere la loro fedeltà e a farli tornare ancora, o per lo meno a parlare molto bene di te. Basta poco per appagare un buon cliente, anche un semplice biglietto di ringraziamento personalizzato può già significare molto. Nel caso del B2B, puoi presentare la loro attività sul tuo sito web.

4. Impegno dei dipendenti

Un collaboratore felice, lavora meglio, questo è noto. È importante che i tuoi dipendenti si sentano parte del brand, non solo gli ingranaggi di una macchina. Il loro giusto coinvolgimento è di vitale importanza.

Coinvolgere i tuoi dipendenti è un modo fondamentale per creare un brand di successo e per portarlo avanti nel tempo. È un chiaro segno che la tua azienda si sta sforzando di essere all’altezza degli alti obiettivi che si è prefissata. Inoltre attrae e trattiene i migliori talenti in circolazione. Questo a sua volta ti aiuta a fare più vendite, sviluppare prodotti migliori e continuare a crescere.

Tutto questo può solo portare la tua azienda a migliorare continuamente, offrendo ad esempio un eccellente servizio clienti. I tuoi dipendenti dovrebbero inoltre riflettere ciò che viene pubblicato nel sito o sui social. Non ha senso un tono di voce “giocoso” sui tuoi account, se i ragazzi del servizio clienti sono tutto fuorché affabili e amichevoli!

5. Intelligenza competitiva

La conoscenza della concorrenza è una preziosa fonte di informazioni. Dopotutto, sei in competizione per gli stessi clienti offrendo prodotti simili. Osservare cosa fanno i tuoi concorrenti e determinare cosa funziona per loro può aiutarti a prendere decisioni più intelligenti su cosa fare e cosa evitare.

6. Coerenza

La chiave per avere un brand forte è essere coerenti nella sua applicazione. Ciò significa assicurarsi che tutto ciò che fai sia allineato. Devi assicurarti ad esempio che i colori, le immagini e i messaggi che utilizzi nel tuo sito, sui social, nello shop, biglietto da visita, ecc, siano coerenti con il tuo brand.

Se i tuoi colori aziendali sono blu e bianco, l’utilizzo di verde acqua e giallo su un nuovo post confonderà i tuoi potenziali clienti e la tua azienda verrà percepita come poco professionale, quindi non affidabile.

7. Flessibilità

Sebbene la coerenza sia una delle chiavi per stabilire una strategia di successo del brand, anche un po’ di flessibilità non guasta mai. Mentre la coerenza definisce lo standard per il tuo marchio, la flessibilità ti consente di adeguarti alle richieste del mercato e di distinguere la tua azienda dalla concorrenza.

Come fare? Semplicemente, man mano che le preferenze dei consumatori cambiano, anche il tuo marchio deve stare al passo con i tempi. In caso contrario, rischia di diventare fuori tempo.

Una strategia di marca è qualcosa che ogni azienda dovrebbe avere, indipendentemente dalle sue dimensioni. Ci sono numerosi studi che dimostrano il legame tra un brand forte e buoni risultati di business.

Mettere insieme una strategia di successo del marchio richiede un mix di introspezione, conoscenza della concorrenza e coraggio per provare cose nuove.

Quando costruisci bene da zero la strategia per il tuo brand, assicurati di rispettare tutti i 7 punti che hai appena letto, e non perderai nessuna opportunità per far crescere la tua attività.

Se ti piacerebbe ricevere consigli, spunti di riflessione e idee, contatta senza impegno la web agency Digital Followers: ci occupiamo con successo di comunicazione e marketing da oltre 20 anni.

Foto prodotto ambientate in 3D

Come ottenere foto ambientate dei tuoi prodotti senza fare un servizio fotografico?

Tempo di lettura: 2 minuti

Qualche mese fa viene a trovarci un nuovo cliente. Ci pone davanti una richiesta non semplice, ma più sono complesse e più ci piacciono.

Situazione

Il suo prodotto si chiama Spaccatello. Si tratta di tozzetti di marmo che, opportunamente lavorati, tagliati e applicati a parete creano texture come questa di color crema:

Richiesta

Il Cliente ci dice: avrai bisogno di foto ambientate, di location dove mostrare ai potenziali acquirenti i miei spaccatelli all’interno di cucine, soggiorni, bagni, ecc… Si può fare?

Problemi di partenza

La strada più ovvia sarebbe senz’altro avvalersi di uno shooting fotografico affidandosi a un fotografo esperto di ambientazioni. Tuttavia…

Primo problema: di quante stanze e di quante location abbiamo bisogno?

Secondo problema: ci sono location dove possiamo applicare al muro 15 tipologie diverse (quindi di fatto 15 pareti) di spaccatelli?

Terzo problema: il costo sarebbe davvero alto.

Soluzione

Ho chiamato un mio carissimo partner e amico, Alessandro Maniscalco di Zucchero di Kanna con il quale spesso collaboriamo. Sapevo che con lui avrei trovato la soluzione: immagini virtuali fotorealistiche realizzate con software 3D.

Abbiamo così abbattuto ogni problema e messo a disposizione del cliente molteplici ambientazioni e stanze diverse, così da valorizzare il suo prodotto contestualizzandolo in situazioni variegate all’interno di più ipotetiche abitazioni.

Qui sotto ti mostro 3 esempi di immagini, dove puoi mettere a confronto la versione 3D senza materiali e senza gli spaccatelli del cliente con la versione definitiva del risultato finale ottenuto.

Se ti interessa vedere tutte le immagini realizzate per lo shop NovaVita Stones, e commerce interamente realizzato dalla mia agenzia Digital Followers, clicca qui >

Morale della favola?

Il cliente ci ha detto questo:

Ciao Stefano!…ci avete stupiti…piacevolmente e per la fiducia che riponiamo in tutta la vostra squadra, siamo sicuri che insieme a voi potremo veramente portare avanti un bel percorso… Le foto valorizzano appieno i nostri prodotti e gli ambienti sono proprio calzanti per il nostro brand e quello che vogliamo comunicare. Grazie!!

Paolo, founder NovaVita Stones